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Cure odontoiatriche

Strumentazione innovativa, tecniche indolore, protocolli personalizzati per controlli e prevenzione delle patologie cariose.

Carie

Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ad oggi solo il 42% dei bambini di 6 anni sono caries-free (ossia non presentano carie). La percentuale dei ragazzi di 15 anni con una dentatura sana scende, tuttavia, drasticamente all'11,6%.

La carie consiste in una malattia dentale caratterizzata, nella fase iniziale, dalla distruzione dello smalto. Se non trattata la carie arriva a colpire gli strati più profondi del dente. Oltre a importanti sintomatologie dolorose, la carie non curata può comportare la perdita del dente. Fondamentali, per la prevenzione, sono l'igiene quotidiana della bocca e regolari visite dentistiche.

Il processo che favorisce lo sviluppo della carie inizia con l'azione dei batteri prodotti dai residui di cibo. I batteri fermentano e iniziano a produrre acidi: insieme alle particelle di cibo e alla saliva formano la placca dentale, una sorta di pellicola che ricopre i denti. Gli acidi della placca erodono gradualmente la parte più esterna del dente, lo smalto, provocando piccoli fori (carie di primo grado). Questa è la fase in cui è più semplice e meno invasivo il trattamento della patologia cariosa: se il processo erosivo non viene trattato, l'infezione assume un andamento ingravescente.
Attraverso i piccoli fori formatisi i batteri e gli acidi possono raggiungere lo strato successivo del dente, la dentina, più morbido e meno resistente dello smalto (carie di secondo grado). I batteri e gli acidi continuano quindi la loro marcia fino alla polpa, la parte del dente che contiene i nervi e i vasi sanguigni (carie di terzo grado). L'infezione può andare ancora più in profondità, e arrivare a compromettere le strutture profonde del dente, fino all'osso (carie di quarto grado).

La carie, malattia infima e subdola, provoca la graduale distruzione di alcune porzioni della corona dentale: a partire da questo stadio, l'infezione cariosa può condurre a molteplici complicanze. Quando la carie distrugge i punti interdentali di contatto, l'infezione degenera fino ad innescare un'infiammazione della papilla interdentale (papillite), la sezione gengivale interposta tra due denti. Se invece colpisce il margine gengivale, la carie può dare origine a spiacevoli gengiviti croniche. Quando trascurata, la lesione cariosa conduce all'infiammazione della polpa (pulpite), evolvendosi in ascesso fino alla totale distruzione del dente e della sua radice.

I sintomi della carie variano a seconda dell'estensione e della posizione della lesione. Le carie al primo grado generalmente non danno alcun sintomo: ecco perché è importante sottoporsi a regolari visite dentistiche anche quando non si avverte alcun dolore.
Già a partire dal secondo stadio (intaccamento della dentina) possono essere avvertiti:
- mal di denti
- sensibilità dei denti
- dolore lieve ma acuto quando si mangiare o si beve qualcosa di dolcecaldo o freddo
-
presenza di fori visibili o fosse tra i denti

Cura

Il trattamento d'elezione per la cura delle carie superficiali è l'otturazione, ovvero la letterale sigillatura di tutte le fessure e canalicoli che i batteri, divorando assiduamente smalto e dentina, hanno procurato all'infausto dente. La carie richiede necessariamente un intervento dentistico: difatti, i tessuti dentali non possono guarire spontaneamente dato che non possiedono capacità rigenerativa.
L'otturazione non può essere eseguita quando, raggiunta la dentina, la carie inizia il suo inarrestabile processo demolitivo anche nella polpa dentale. In simili circostanze, la carie ha dato origine alla pulpite, grave infezione dei tessuti pulpari che, per guarire, richiede la devitalizzazione. In alcuni casi, la carie evolve in senso negativo, dando vita ad una lesione molto più grave della pulpite, che può essere un granuloma od una cisti dentaria. Nel primo caso, l'infezione diviene purulenta e si confina nella gengiva, nell'osso mandibolare o nella polpa. La cura antibiotica, la devitalizzazione e l'apicectomia costituiscono gli interventi più indicati per rovesciare la patologia. Se la carie degenera in cisti dentaria, l'apicectomia o il drenaggio della lesione sono le pratiche chirurgiche più appropriate. Nei casi più estremi, ovvero quando il dente è giudicato irrecuperabile, è necessario procedere con l'estrazione dello stesso.

Altre patologie che si presentano frequentemente nei pazienti più piccini sono le disgnazie, le agenesie, i disturbi della proliferazione (denti sovrannumerari, disostosi cleidocranica, odontomi) o le anomali di forma (macrodonzia, microdonzia). La visita di controllo dal pedodontista è assolutamente indispensabile per diagnosticare tali situazioni ed intervenire in epoca precoce.

Pulpiti

La pulpite è un’infezione batterica che, partendo da carie, si diffonde alla polpa dentaria. Altre cause della pulpite possono essere le fratture dentarie che espongono ai batteri la polpa ma, anche, traumi cronici dentali quali, per esempio, quelli causati dal bruxismo (l’abitudine di digrignare i denti durante il sonno) o da malocclusioni che portano a sbilanciamenti della masticazione. In ultimo anche eccessivi stimoli termici, in particolare il freddo, possono dare l’avvio alla pulpite.


Sindrome di biberon

Un cofattore di primaria importanza per lo sviluppo della carie è rappresentato dagli zuccheri alimentari che i batteri utilizzano per la produzione di acidi in grado di demineralizzare lo smalto. L'assunzione frequente di bevande zuccherate, soprattutto di notte, può portare alla drammatica Sindrome da Biberon, a causa della quale possono venire rapidamente distrutti irreversibilmente i tessuti non ancora fortemente mineralizzati della dentatura decidua ("da latte").
Durante il periodo dello svezzamento, quindi è consigliabile dare al bambino un biberon d'acqua, o il ciuccio consigliato dal vostro dentista, piuttosto che latte o succhi di frutta. Se state allattando, evitate che il bambino succhi in continuazione e dopo ogni poppata pulitegli i denti e le gengive con un panno umido e pulito.


Traumatologia

La gestione dei traumi dento-alveolari in età pediatrica è causa di grande stress sia per il bambino, sia per il genitore ed è essenziale saper rassicurare entrambi. La maggior parte delle lesioni è causata da cadute e incidenti avvenuti durante attività ludiche. 
Le lussazioni degli incisivi superiori sono prevalenti nei bambini che muovono i primi passi a causa delle loro frequenti cadute durante il gioco e i tentativi di camminare. I traumi sono generalmente più frequenti nei maschi. Le lesioni traumatiche dovute a contatti con oggetti smussati tendono a causare un maggior danno ai tessuti molli e alle strutture di supporto mentre traumi rapidi avvenuti con oggetti 'acuti' causano lussazioni e fratture dei denti. Più frequentemente si verificano, in dentizione decidua, lussazioni (intrusive, laterali ed estrusive), concussioni, sublussazioni, avulsioni e fratture (coronali non interessanti la polpa, complicate di corona e radice, di radice o dento-alveolari). E' importante discutere con i genitori le sequele della lussazione o dell'avulsione traumatica degli incisivi decidui. E' infatti possibile che si verifichino danni alla dentizione permanente a seguito di lussazioni intrusive e avulsioni in bambini molto piccoli.

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